L’e-commerce è un canale rilevante per l’export, attraverso
cui le aziende italiane possono cogliere le opportunità emergenti
dall’evoluzione della domanda mondiale. E il fatturato è
cresciuto di circa un 20% costante anno su anno tra il 2009 e il 2014,
passando dai 5,7 miliardi di euro del primo anno preso in considerazione
ai 13,3 di sei anni dopo.
Secondo
Netcomm, il consorzio del commercio elettronico italiano, l’e-commerce è
senza dubbio un driver primario dello sviluppo dell’economia mondiale,
che ha raggiunto nel 2013 un valore mondiale di 1.173,5 miliardi di
euro, con una crescita annua del +13,6%. La rilevanza dell’e-commerce è
evidente nei mercati più maturi, quali l’Europa (363 miliardi di euro
nel 2013, + 16.3% rispetto al 2012) e l’America Settentrionale (333
miliardi nel 2013, + 6% rispetto al 2012). Ma anche i paesi
emergenti e in via di sviluppo mostrano trend interessanti, rivelandosi i
mercati con il maggior potenziale di crescita online. Ne è un
esempio la Cina, che genera un turnover di 247 miliardi di euro (la
seconda nazione a livello mondo per valore, preceduta dagli Stati Uniti)
e ha una potenzialità di crescita online del 95% circa. (Fonte: Dati
Netcomm-Ecommerce Europe, 2014)
“All’interno dell’e-commerce, l’export sta assumendo un ruolo sempre
più rilevante – conferma Roberto Liscia, Presidente di Netcomm. A
livello europeo, le transazioni cross-border nel 2013 rappresentavano
circa il 13% del totale. Inoltre, dal 2013 al 2018 si prevede un loro
incremento annuo del 21%, superiore di 12 punti percentuali
rispetto alla crescita prevista per le transazioni domestiche nello
stesso periodo. Incrociando i trend dell’e-commerce e la crescita
dell’export mondiale, Netcomm ha osservato diversi fattori
interessanti. Da un lato, la dominanza “storica” di alcuni mercati
maturi sull’export italiano: l’Europa e il Nord America da soli
assorbono il 61% dell’export italiano e manterranno questo ruolo
primario anche nei prossimi anni. Dall’altro invece, i mercati
emergenti e in via di sviluppo mostrano i trend di crescita dell’export
italiano e mondiale più interessanti. Trend che interessano non sono i
paesi notoriamente più attrattivi, quali Cina e Russia (rispettivamente
+9,5% e + 8,2% dell’export italiano dal 2012 al 2013), ma anche realtà
meno blasonate come ad esempio Arabia Saudita e Algeria (rispettivamente
+11,4% e + 12,8% dell’export italiano dal 2012 al 2013). I paesi con il
maggior potenziale di crescita dell’export italiano (ossia i mercati
emergenti e in via di sviluppo) sono quelli che tendenzialmente mostrano
anche le maggiori opportunità di sviluppo del contesto online –
continua Liscia. Il mercato cinese, ad esempio, ha
un’attrattività dell’online dell’84% (in una scala da 1 a 100, secondo
l’indice Global Retail E-commerce Index elaborato da AtKearney) e una
crescita del valore dell’export italiano che nel periodo 2012-2013 si è
assestata sul 9,5%.”
In sintesi, è evidente che l’export mondiale sta osservando
da un alto un calo della rilevanza di alcuni mercati maturi quali
l’Unione Europea e l’America Settentrionale, a fronte della crescita di
mercati emergenti e in via di sviluppo, quali Medio Oriente e Asia.
Si tratta di forti trasformazioni che fanno emergere nuove opportunità
per le imprese italiane, soprattutto nei mercati emergenti. “Va sempre
tenuto in grande considerazione – conclude Roberto Liscia - che nel
mondo vi sono 1,2 miliardi di consumatori online di cui 300 milioni in
Cina e 360 milioni in Europa e di questi 100 milioni sono consumatori
cross-border. Questo elemento evidenzia come proprio le transazioni
cross-border nell’e-commerce stiano diventando sempre più rilevanti ed è
in questo alveo che le aziende italiane devono cogliere
l’opportunità di sviluppo. Investendo sulla cultura e sulle competenze
digitali le aziende italiane potranno aumentare fortemente le loro
potenzialità di export.”