mercoledì 26 marzo 2014

Giornalisti con Google Glass

Il giornalismo cambia e si adatta al ritmo e alla tecnologia sempre più avanzata. E così, anche se i Google Glass non sono nemmeno ancora in commercio, l'Università della California del Sud ha pensato di anticipare i tempi introducendo un corso ad hoc: 'Glass Journalism'.



Dopo l’annuncio della creazione da parte del colosso dei motori di ricerca, gli occhiali-pc stanno già ridefinendo i contorni di diverse professioni, dal chirurgo al poliziotto e la categoria dei reporter  non poteva che interessarsi e interrogarsi sul suo futuro.

Perché con i Google Glass certamente cambieranno il modo di fare giornalismo. Il citizen journalism, il cosiddetto giornalismo realizzato dai comuni cittadini, potrebbe subire un importante cambiamento, così come il lavoro di documentarista. Grazie alla piccola videocamera posta sul lato sinistro dell’occhiale made in Mountain View, è possibile, infatti, registrare in modo silenzioso ma efficace tutto ciò che accade intorno.
Ora tutte le potenzialità degli occhiali hi-tech si studieranno in un corso specifico. 

giovedì 13 marzo 2014

Cross with me, una app per i non vedenti

"Vogliamo realizzare un servizio innovativo per guidare le persone non vedenti e ipovedenti nell’attraversare le strisce pedonali che, non essendo percepibili tramite bastone bianco, non possono essere individuate” parola del team che sta lavorando a “Cross with me”, un progetto innovativo che punta a facilitare l’attraversamento delle strade ai non vedenti utilizzando la tecnologia.



Il servizio per smartphone, infatti, è in grado di riconoscere le strisce pedonali attraverso la telecamera senza modifiche all’ambiente circostante e guiderà l’utente nell’attraversamento, permettendogli, così di condividere informazioni (lavori in corso, strisce rovinate).

L’obiettivo è migliorare la mobilità autonoma delle persone con disabilità visive nel contesto urbano e favorire la loro inclusione sociale grazie alla possibilità di raggiungere più agevolmente il luogo di studio o di lavoro. Secondo i fautori del progetto, gli smartphone sono ormai molto diffusi tra le persone con disabilità visive e l’utilizzo del programma non sarà, quindi, difficile da usare.

Il servizio è composto da un’app per iPhone, iMove, che permette anche di condividere informazioni con altri utenti, quali ad esempio un attraversamento con segnaletica danneggiata, che saranno utili non solo per gli ipovedenti, ma per l’intera comunità.

Il programma, realizzato grazie al supporto di Retina Onlus, utilizza tecniche sviluppate presso il Dipartimento di Informatica- Università degli Studi di Milano, dove è stato testato un prototipo funzionante ed è stato anche finanziato lo sviluppo della app.

IMove è disponibile gratuitamente solo su app Store  e ha già avuto 20mila download.

“E’ un’ applicazione interessante  - ha commentato Sergio Mascetti, chief technology officer di Everyware technologies - e potrebbe essere sfruttata anche negli spazi di attraversamento come metropolitane e aeroporti. O nei musei, per visite guidate pensate in base alle esigenze del pubblico».

martedì 11 marzo 2014

Dongle, una sveglia al profumo di bacon

Chi non ha mai sognato di essere svegliato ogni mattina con il profumo del bacon che ancora sfrigola in padella?


 
Beh, in Italia forse preferiremmo l’odore del caffè, al massimo del cappuccino, ma in America, si sa, a colazione va forte il gusto salato. E allora, per svegliarsi bene, un’azienda ha pensato di creare un'app che diffonde nell’aria l’odore di pancetta
 
L’idea è della Oscar Mayer che ha progettato un "dongle", ovvero un aggeggino simile ad una penna usb, che si connette all'iPhone e che quando si sincronizza alla sveglia emette un suono simile al bacon che sfrigola nella padella e diffonde il suo profumo.

"Sembra che le persone non si stanchino mai del bacon - ha detto Tom Brick, direttore marketing e pubblicità alla Oscar Mayer - ecco perché abbiamo deciso di sviluppare un dispositivo che dà alla gente ciò che desidera di più".
 
Quella sensazione piacevole che si ha quando si aprono gli occhi al mattino, fatta di rumori domestici, l’odore della colazione preparata dalla mamma, dalla moglie, dal marito ora è soppiantata da un’app. Per chi vive solo o chi non ha voglia di cucinare, ma preferisce solo annusare un ricordo.

lunedì 3 marzo 2014

Il futuro del web è sempre più nell'e-commerce

Ormai si sa, la Rete può rappresentare la chiave di volta nella realizzazione di un approccio innovativo da parte dell'azienda verso il cliente finale in un ottica di marketing più dinamico, interattivo e flessibile. Ma c’è di più. Il web è diventato la nuova frontiera dell’e-commerce e il  cross border trade ne è l’evoluzione, perfetto per le imprese e i venditori italiani che vogliano puntare sull’omnicanalità e quindi sull’interazione tra store tradizionale, mobile e online.


È quanto emerge dallo studio pan-europeo commissionato da eBay a Deloitte – “The Omnichannel Opportunity: A Report for eBay – che ha messo in evidenza come l’e-commerce abbia grandi potenzialità in Italia sul fronte del commercio transfrontaliero, con il 15% dei residenti nell’Unione europea che nel 2013 ha perfezionato acquisti da un Paese straniero.
eBay si è rivolta al team di economisti ed esperti del mercato retail di Deloitte, nel Regno Unito e in Germania, chiedendo loro di misurare il valore delle vendite effettuate attraverso il sistema omnicanale.

Il report si sviluppa su  tre metodi di ricerca principali:
A) l’applicazione di un modello econometrico per esaminare l’impatto delle vendite effettuate dai principali venditori che hanno già adottato questo approccio in alcuni mercati, al fine di determinare il valore di una presenza estesa attraverso diversi canali;
B) indagini di mercato condotte in mercati europei selezionati;
C) interviste con i principali venditori a livello europeo, per esplorare le opinioni sulla vendita omnichannel e identificare la migliore risposta da parte delle aziende. Lo studio Deloitte comprende inoltre una serie di dati secondari rilevanti tratti da altri report e ricerche.     
Se, ad oggi, solo il 4% delle vendite cross-border a livello europeo puntano sull’Italia, di contro è questo uno dei punti di forza di un mercato ancora da popolare e ben lontano dalla saturazione, con l’e-commerce che – secondo i dati comunicati a fine 2013 dall’Osservatorio NetComm e del Politecnico di Milano – cresce di anno in anno del 18% e il mobile commerce che fa segnare trend positivi e percentuali di crescita a tripla cifra: +255% tra il 2012 e il 2013.
La ricerca Deloitte, inoltre, mette in evidenza come i mercati più forti sul fronte del commercio transfrontaliero siano la Germania (27% delle vendite dall’estero), il Regno Unito (24%) e la Francia (14%). Seguono la Spagna (5%) e l’Italia. A guidare gli scambi da e con l’estero sono però Inghilterra e Germania che, secondo gli ultimi dati Deloitte, nel 2012 hanno generato 8 miliardi in termini di cross-border trade.
La ricerca, inoltre, mostra come il mercato online e mobile rappresentino il 2,6% del totale di vendite in Italia, con un volume superiore agli 11 miliardi di euro (7,7mld in Spagna, 22mld in Francia), mentre il valore degli acquisti registrati nei negozi tradizionali ma perfezionati attraverso canali cosiddetti “non-store” si aggira attorno ai 35 miliardi di euro. Se si considera che quest’ultimo dato in Francia è pari a 57 miliardi, risulta evidente la potenzialità del mercato italiano.
I punti di forza del mercato italiano sono la Moda e Casa&Arredamento e in questi settori – secondo la ricerca Deloitte – le vendite attraverso i canali “non-store” nel nostro Paese generano rispettivamente 1.5 e 0.6 miliardi di euro. Mentre sempre grazie  all’online, le vendite di abiti da donna tra eBay in Gran Bretagna e la Spagna sono raddoppiate tra il 2010 e il 2012. E proprio l’omnicanalità nel commercio può divenire una reale opportunità per rispondere alla crisi delle vendite al dettaglio, tanto che – ad esempio – in Gran Bretagna e Germania, il 25% di quanti hanno portato a termine vendite online ha cercato e acquistato prodotti che non poteva trovare negli store locali.