mercoledì 22 marzo 2017

Apple pay, facile pagare con lo smartphone

Basta avvicinare l’iPhone al terminale (o POS) tenendo il dito sul sensore Touch ID. Oppure premere due volte il tasto laterale di Apple Watch mentre lo avvicini al terminale. E' facile, no?

Fare acquisti nei negozi, nelle app e sul web sarà sempre più facile con "Apple pay". Semplice da usare, si legge sempre sul sito del colosso di Cupertino, funziona con i dispositivi che hai sempre con te: per pagare con le tue carte di credito o di debito basta un tocco. 

"E visto che Apple non condivide mai i dati delle carte, i pagamenti con Apple Pay su iPhone, Apple Watch, iPad e Mac sono più sicuri e riservati", si sottolinea.
Sul sito della Apple viene spiegato passo passo come pagare nei negozi (con l'iPhone o con l'Apple Watch), nelle app e sui siti web in Safari (con l'iPhone, con l'iPad o con il MacBook Pro con Touch ID).

A sperimentare questo nuovo servizio sarà Unicredit, che ai propri clienti ha mandato una email in cui avverte a tenersi pronti perché a breve potrai "pagare con le tue carte in modo semplice, veloce e sicuro. Con un tocco" se hai un "iPhone 6 o successivi; Apple Watch; iPad Pro, iPad Air 2 e iPad mini 3 o successivi; Mac con Safari, usando un iPhone 6 o successivo o un Apple Watch abilitati per Apple Pay". 

E invita, chi ha il Servizio di Banca Multicanale, a scaricare e attivare "l’app 'Mobile Banking, ad attiva l'app 'monhey' per essere pronto ad aggiungere le tue carte al Wallet, non appena Apple Pay sarà disponibile". Lo stesso avviso si trova sulla homepage della banca.

A breve anche con Carta PASS Carrefour, "carta di credito flessibile che ti fa risparmiare il 10% sulla spesa ogni martedì negli Ipermercati" si legge sul sito Carrefour, potrai pagare i tuoi acquisti direttamente dal tuo iPhone o Apple Watch.

martedì 14 marzo 2017

Instagram, individuate su Google Play 13 app pericolose


Sono state individuate 13 applicazioni compromesse sul Play Store di Google che rubavano le credenziali di accesso ad Instagram e le inviavano ad un server remoto gestito da cyber criminali. Le 13 applicazioni, spiegano i ricercatori di Eset che le hanno identificate, sono state installate da un milione e mezzo di utenti in tutto il mondo e, dopo la notifica del produttore di software di sicurezza informatica, sono state rimosse dal Play Store.

Scovate con il nome di Android/Spy Inazigram, le app utilizzavano tutte la stessa tecnica di raccolta delle credenziali e di invio ad un server remoto: per invogliare gli utenti al download, le app malevole promettevano un incremento rapido dei follower, dei like e dei commenti sul proprio account di Instagram.

In particolare, una delle app proponeva all’utente l’accesso tramite una schermata sosia di Instagram e le credenziali immesse nel modulo venivano poi inviate in formato testo ad un server remoto.

Dopo aver inserito le credenziali, l’utente non riusciva più ad accedere al proprio account e veniva invitato a verificare le credenziali sul sito ufficiale del social network. Gli account compromessi venivano poi utilizzati per aumentare il numero dei seguaci di altri utenti e per la diffusione di spam e annunci.





(Fonte: Cyber Affairs)

martedì 7 marzo 2017

Italiani sempre più digitali. Ecco cosa comprano in rete

Continua il processo di digitalizzazione degli utenti italiani, sempre più connessi anche per quel che riguarda gli acquisti. Cresce la fiducia nella rete e nel 2016 l'e-commerce ha raggiunto un volume di affari pari a 20,9 miliardi, con un incremento del 10% rispetto all’anno precedente e del 37% rispetto a tre anni fa. Cosa comprano online i nostri connazionali e in quali occasioni preferiscono gli e-store ai negozi tradizionali?

“Abbiamo riscontrato un forte picco di acquisti e visite sulle nostre pagine in occasione di ricorrenze speciali, con un aumento anche del 70%, per quanto riguarda il portale italiano. – Ha dichiarato Daniele Barbarossa, Content Manager Italia presso HYPERLINK
– Gli italiani sono particolarmente attenti alla scelta del regalo per un’occasione speciale, e sanno che in rete hanno la possibilità di trovare cose più originali che difficilmente troverebbero sugli scaffali dei negozi tradizionali. Se nei primi anni di affermazione del commercio online era il prezzo a convincere l’utente a preferire gli shop online, oggi è la varietà e la particolarità degli oggetti venduti ad attirarli. Certo, va sottolineato come oggi la disponibilità di accesso ad internet da diversi device (ogni utente si connette quotidianamente ad un minimo di 2, fino ad un massimo di 5 dispositivi) ha agevolato lo sviluppo di questo settore”.

“Ad esempio – prosegue Barbarossa - in occasione della Festa della Donna, c’è stato un grande interesse nei confronti delle HYPERLINK "
, borsette dall’aspetto super glam che in realtà contengono vino. Si tratta di un oggetto dal design ricercato e originale, difficilmente reperibile nei negozi tradizionali e vincitore di diversi premi, come il Packaging Award, Les Citadelles du Vin, l’Harper's Design Awards ed altri". 

Il successo di oggetti di questo tipo sta nella loro unicità, che consente di dare un tocco di novità ai festeggiamenti con le amiche, rispetto agli anni precedenti. Anche in vista della festa del papà sono arrivate molte richieste. Del resto, ogni anno diventa più difficile riuscire a non ripetere i regali già fatti in passato...


venerdì 3 marzo 2017

WhatsApp trasforma il messaggio vocale in testo

Quando non si ha la possibilità di scrivere, inviare messaggi vocali con Whatsapp è molto comodo. Ma non è detto che l’altra persona che lo riceve possa ascoltarlo.

Se l’altra persona si trova in un luogo in cui è necessario non fare rumore come una biblioteca o una sala riunione, sicuramente non può ascoltare il messaggio vocale. L’unico modo per essere certi che lo possa leggere è quello di inviarglielo come testo. Esiste un modo per dettare un messaggio su WhatsApp in modo che sia spedito tradizionalmente? Ebbene sì.

Basta utilizzare Siri, l’assistente personale presente su tutti i dispositivi iOS. Prima bisogna premere il tasto Home o pronunciare la frase 'Hey Siri', poi bisogna pronunciare il comando 'Inviare messaggio WhatsApp'. Siri ci chiederà quindi prima il nome del destinatario e poi il messaggio da inviare. Infine dovremo confermare col comando Invia.

Se invece siamo già dentro WhatsApp, tocchiamo il campo dove dobbiamo scrivere il messaggio per far comparire la tastiera. Sulla sinistra della barra Spazio tocchiamo il tasto col microfono. A questo punto non ci resta che pronunciare il nostro messaggio per dettarlo in WhatsApp e confermare l’invio toccando l’icona con la freccia.

Se abbiamo un telefonino Android possiamo usare l’assistente vocale di Google. Per farlo basta toccare l’icona del microfono dalla schermata Google Home oppure pronunciare il comando 'Ok Google'. L’assistente vocale si metterà quindi in ascolto. Pronunciamo il comando 'Invia messaggio WhatsApp'. 

Anche in questo caso ci verrà chiesto di pronunciare prima il nome del destinatario e poi il messaggio da inviare. Confermiamo il tutto col comando Invia. Se invece siamo dentro WhatsApp, tocchiamo sempre il campo di immissione del testo per far apparire la tastiera. Tocchiamo quindi l’icona col microfono presente nella barra di suggerimento delle parole subito sopra la tastiera virtuale (non quella di WhatsApp per il messaggio vocale). Pronunciamo il nostro messaggio e inviamo.

In alternativa si può utilizzare un’app di terze parti per la dettatura vocale come ad esempio Voice to Text scaricabile dal Play Store che oltre a permetterci di dettare il testo, lo traduce prima di inviarlo a WhatsApp.


mercoledì 1 marzo 2017

Internet of Things: dopo la “nuvola” si studia la “nebbia”

La nuvola la conoscete tutti, ma la nebbia??? Si chiama fog computing ed è un nuovo paradigma tecnologico che promette di essere un’evoluzione del cloud, utile soprattutto per il mondo dell’Internet of Things. Paradigma emergente approfondito dai ricercatori dell’Università di Pisa con il progetto “Through the Fog” appena concluso, che ha portato anche allo sviluppo di due prototipi software.


Se oggi la “nuvola” (cloud) è l’ambiente più usato per gestire le applicazioni a distanza, la “nebbia” (fog) – spiega l’ateneo pisano – offre il vantaggio di supportare meglio le nuove applicazioni informatiche nel mondo connesso, come autoveicoli a guida autonoma, sistemi di monitoraggio remoto dei pazienti, droni per le consegne a domicilio, illuminazione adattiva di strade e abitazioni. 

Tutto ciò sfruttando un’infrastruttura di calcolo pervasiva che si comporrà di elaboratori ad hoc, router e dispositivi personali come gli smartphone. Al dipartimento di Informatica dell’Università di Pisa, con il progetto “Through the Fog” coordinato dal professor Antonio Brogi, i ricercatori hanno studiato e approfondito questo paradigma emergente arrivando a sviluppare due prototipi software che contribuiscono direttamente all’avanzamento dello stato dell’arte per quanto riguarda il fog. 

Il primo si chiama “FogTorchPi”, ed è uno strumento in grado di stimare con tecniche probabilistiche l’affidabilità e il consumo di risorse di un’applicazione installata su un sistema fog; l’altro è “IoX”, un sistema di scambio messaggi multi-piattaforma che consente ai dispositivi fog di interagire con sensori e attuatori connessi a Internet.

“Through the Fog" è un progetto di ricerca di base, iniziato a novembre 2015 e interamente finanziato dall’Ateneo pisano al fine di promuovere la collaborazione tra gruppi di ricerca all’interno del dipartimento di Informatica per studiare e approfondire il paradigma emergente del fog computing. Con oltre 50 pubblicazioni scientifiche all’attivo, i due prototipi open-source e la partecipazione al consorzio di standardizzazione OpenFog, il progetto ha raggiunto con successo il suo scopo”.