mercoledì 22 novembre 2017

Black Friday, Optime: 10 consigli per evitare truffe online

Il giorno dei grandi sconti e delle offerte speciali è alle porte: venerdì 24 novembre sarà possibile effettuare acquisti online a prezzi davvero convenienti. Ma attenzione, la possibilità di incorrere in truffe è elevata: per evitare brutte sorprese con lo shopping online, bastano pochi accorgimenti. Optime, Osservatorio permanente per la tutela in Italia del mercato dell’elettronica, ha infatti messo a punto un vademecum di pratici e semplici consigli per evitare le truffe online.

La neonata federazione ha lo scopo di tutelare i consumatori e di far rispettare la leale concorrenza tra imprese nel settore dell’elettronica di consumo in Italia. Gli italiani spendono ogni anno circa 15 miliardi di euro per l’acquisto di prodotti elettronici, quasi un punto di Pil. A fronte del crescente allarme relativo alle truffe online (sono almeno 200 milioni gli euro spesi dagli italiani per acquisti su siti online non regolari), nel tentativo di tutelare i consumatori, Optime ha stilato un semplicissimo vademecum fatto da 10 buone regole per evitare brutte sorprese acquistando in rete prodotti elettronici:


1) Verifica che siano correttamente riportati i dati della società titolare della attività commerciale (nome della Società, numero di Partita IVA, numero di registrazione al Rea e Sede). 2) Controlla sempre il metodo di pagamento: se sul sito sono stati inseriti i loghi delle principali carte di credito ma poi puoi comprare solo tramite bonifico bancario, questo è certamente un campanello d’allarme. 3) Presta attenzione alla scontistica: se c’è una differenza enorme (magari di 3 o 4 volte) tra il prezzo di partenza ed il prezzo al quale viene venduto il prodotto ci può essere qualcosa che non va. 4) Non fidarti mai al 100% delle recensioni: soprattutto quando sono positive. Cerca di capire se l’utente che ha dato 5 Stelle sia una persona reale e verifica l’eventuale esistenza di sue recensioni su altri venditori.


5) Controlla che le modalità di recesso e ripensamento, così come le condizioni per la garanzia, siano chiare e inequivocabili. 6) In relazione all’acquisto di materiale elettronico, bada che sia specificato che hai diritto al ritiro del tuo vecchio apparecchio (in ragione del principio Uno-contro-Uno sui RAEE di ogni dimensione) senza costi aggiuntivi. 7) L’etichetta energetica per alcuni prodotti, come televisori, frigoriferi, lavatrici, lavastoviglie e aspirapolvere è obbligatoria. Questa indicazione non è invece richiesta per alcune tipologie di prodotti più piccoli, come ad esempio smartphone, tablet, PC e rasoi elettrici. 8) Dal 1° Ottobre 2017, per legge, ogni televisore deve disporre dello standard tecnico T2 con HEVC. Qualora non fosse specificato, ci troviamo in presenza di un prodotto molto probabilmente non a norma. 9) Diffida se ti vengono proposti accordi “strani” o formule di marketing piramidali per le quali, a fronte di acquisti di persone da te coinvolte otterrai un bonus, o addirittura un guadagno. Il meccanismo “invita un amico” è, di per sé, legittimo ma spesso non sono chiare le modalità e ci possono essere problemi. 10) Un campanello d’allarme piuttosto evidente sono le somiglianze, nel nome e nella grafica, con società molto note. Diffida: sono studiate appositamente per sembrare un Brand ben conosciuto e carpire la tua fiducia.

giovedì 16 novembre 2017

Cyber Security, come cambia il ruolo dei General Counsel



La figura del direttore affari legali e societari o, in versione internazionale, del General Counsel, è destinata ad assumere un ruolo sempre più rilevante nel campo della cyber security delle aziende. Lo scenario è delineato in un recente report della società di corporate intelligence Kroll e di Legal Week Intelligence.
IL RUOLO DEL GC “I GC stanno diventando quarterback”, ha spiegato Jason Smolanoff, senior managing director di Kroll. “Si stanno sempre più assumendo il rischio associato a violazioni cyber e, di conseguenza, stanno acquisendo maggiori responsabilità nella cyber security”.
LA SITUAZIONE IN EUROPA Nel focus dedicato all’Europa, Kroll mette in evidenza come l’introduzione del regolamento Gdpr e della direttiva Nis abbia permesso di dare alla privacy e alla sicurezza cibernetica una maggiore attenzione, andando a ridurre il gap tra Nord America ed Europa. Ma “in alcune aree, ad esempio in quella della copertura assicurativa”, si legge nel report, “e in quella della formazione delle risorse umane”, il gap è ancora evidente. Il 57% degli intervistati europei afferma di prevedere dei corsi di formazione in materia di cyber security per il proprio personale, a fronte del 75% in Nord America. Per quanto riguarda la copertura assicurativa, in America è il 75% delle aziende a prevederla, mentre in Europa il 27%.
LO SCENARIO GLOBALE A livello globale, circa il 70% degli intervistati ha affermato che la copertura assicurativa comprende i seguenti rischi: phishing, hacking, malware e ransomware, errori di sistema, errori umani, furto di oggetti con dati sensibili, fughe interne, errori di fornitori di servizi esterni. Quest’ultima voce è quella che ha però la percentuale inferiore, con il 55% degli intervistati che afferma di avere copertura assicurativa in caso di incidenti causati dall’azione dei propri fornitori.
GRANDE CONSAPEVOLEZZA Con riferimento al ruolo dei GC, a livello globale il 45% ritiene che il proprio ruolo sia cresciuto in caso di incidenti cyber. Quasi tutti sono pienamente coscienti delle probabili conseguenze derivanti da un attacco cyber (100% in Europa, Nord America e sudest asiatico, 96% in Cina, 87% in America Latina e Africa subsahariana, 83% nel Medio Oriente). Per quanto riguarda il loro coinvolgimento in caso di incidente cyber, a livello globale il 35% ha affermato di avere una posizione centrale, il 37% un ruolo di consigliere e il 28% di non essere affatto coinvolto dall’organizzazione.
DIALOGO E FIDUCIA Il 30% afferma di discutere ogni mese di cyber security e piani di reazione con il team IT dell’azienda per cui lavorano, ma questo dato varia molto a livello globale, soprattutto in riferimento alla presenza di GC che affermano di non discutere affatto con i responsabili IT: in America Latina sono il 36%, in Cina il 4%, in Europa il 9%, in Nord America il 5%, in Medio Oriente il 24%, nel sudest asiatico il 36% e nell’Africa subsahariana il 33%. Per quanto riguarda la fiducia riposta dai GC nei confronti della capacità della propria azienda di individuare un attacco cyber, in Nord America la percentuale si ferma al 15%, in Europa al 26%, mentre in Cina e Medio Oriente arriva fino al 44%.


(fonte: Cyber Affairs)