lunedì 29 febbraio 2016

Apple Security, Tim Cook conferma il No all'FBI

Sulla richiesta dell'Fbi di sbloccare l'iPhone dell'autore della strage di San Bernardino Tim Cook non è disposto a cedere di un millimetro. Anzi, l'amministratore delegato di Apple ha usato un'intervista in esclusiva per l'emittente televisiva Abc per rincarare la dose e ribadire che Cupertino non muoverà un dito per creare il software che consentirebbe alle autorità americane di accedere allo smartphone di Syed Farook che, lo scorso dicembre, ha aperto il fuoco in un centro per i servizi sociali, uccidendo 14 persone e ferendone altre 22. 

"Il software che ci chiedono di creare è l'equivalente di un cancro. E' una cosa che non faremo. Sarebbe un male per l'America. Creerebbe un precedente che, secondo me, offenderebbe molte persone negli Stati Uniti", ha detto Cook, sottolineando che "la sicurezza pubblica è incredibilmente importante, la sicurezza dei nostri figli e delle nostre famiglie è molto importante". Tuttavia, "anche tutelare i dati delle persone è incredibilmente importante e in questo caso il compromesso sarebbe esporre le persone a enormi vulnerabilità". 

Le parole del numero uno di Apple, che per altro ha dalla sua parte praticamente tutti i leader delle società rivali della Silicon Valley, da Facebook a Google e Twitter (solo il fondatore di Microsoft, Bill Gates, si è schierato con l'Fbi), sono destinate a infiammare ulteriormente una vicenda spinosissima, dove bisogna mettere in equilibrio tutela della privacy e sicurezza nazionale, a fronte di possibili minacce terroristiche. 

Un equilibrio difficile da trovare, come ha ammesso lo stesso Cook rispondendo al giornalista che gli chiedeva se non avesse il dubbio che consentire all'Fbi di accedere all'iPhone di Farook potrebbe contribuire a evitare eventuali futuri attacchi come quello di San Bernardino. "Alcune cose sono difficili, alcune sono giuste e altre ancora sono difficili e giuste. Questa decisione è una di quelle difficili e giuste", ha detto.

lunedì 22 febbraio 2016

Il regolamento UE sulla protezione dei dati

Eccoci di nuovo con l’appuntamento con Click Us. Oggi parliamo di Privacy e vi diciamo che in agenda questa primavera l'approvazione della nuova normativa che richiederà alle aziende di dimostrare l'effettiva protezione dei dati. Non ci sarà però una lista preconfezionata di misure di sicurezza, ma graverà sulle stesse imprese la responsabilità di effettuare una valutazione d'impatto ed individuare gli interventi.

Per molto tempo la privacy è stata concepita in Italia come una superflua burocrazia, ma negli ultimi anni le sempre più frequenti e massive violazioni, hanno fatto emergere il valore dei dati personali come asset aziendali e patrimonio dello stesso individuo, con la necessità di stabilire nuove regole al passo con i tempi della nostra era tecnologica, adottando al tempo stesso misure di sicurezza per proteggere adeguatamente le informazioni.

Per quanto riguarda gli aspetti normativi, è finalmente in arrivo il nuovo Regolamento UE sulla protezione dei dati, che sarà approvato questa primavera per sostituire l'attuale Codice della Privacy (Dlgs 196/2003), basato su una vecchia Direttiva CE del 1995, scritta quando la gestione delle informazioni avveniva perlopiù in forma cartacea e non doveva ancora scontrarsi con il fenomeno di Internet.

D'altra parte, come richiede lo stesso testo in arrivo da Bruxelles, il rispetto delle regole dovrà essere seguito dall'adozione di concrete misure di sicurezza tecniche e organizzative a protezione dei dati, che le aziende dovranno essere in grado di dimostrare per non incorrere in pesanti sanzioni e risarcimenti, e sarà perciò fondamentale avvalersi di professionisti specializzati, come osserva il presidente di Federprivacy, Nicola Bernardi.

Data la crescente necessità di gestire i dati in maniera sicura, nel piano formativo 2016/2017 per i privacy officer e gli altri addetti ai lavori, oltre ai consueti corsi focalizzati sulla normativa, Federprivacy ha perciò deciso di inserire anche percorsi specifici sulla sicurezza delle informazioni, tra cui un corso per "Lead Auditor sulla ISO 27001:2013", norma internazionale che fornisce una serie di requisiti e standard per impostare e monitorare un sistema di gestione e controlli di sicurezza adeguati. 

La norma fornisce un importante contributo per adeguarsi anche al nuovo Regolamento Privacy UE, per cui ci sarà tempo due anni destinati a passare in fretta, vista la complessità degli adempimenti e l'esclusione di ogni ipotesi di eventuali proroghe, non previste nel caso di regolamento emanati dall'Unione Europea.

lunedì 15 febbraio 2016

Facebook Professional Services

Eccoci di nuovo con l’appuntamento “Consigli da web agency” di Click Us. Oggi parliamo dei Social Network e in particolare di Facebook.

L’azienda di Mark Zuckerberg sta lanciando un nuovo servizio chiamato Facebook Professional Services che dà alle aziende la possibilità di offrire un servizio di “reviews and ratings”.

In questo modo, si romperebbero gli equilibri nel mercato degli aggregatori, dominato finora da Yelp e Google, e aiuterebbe le aziende a orientarsi tra categorie di business. Per ora ne sono state individuate dodici: arti e marketing, medicina e salute, motori; organizzazione eventi, ristrutturazioni edili, servizi aziendali, servizi finanziari, servizi per animali domestici, servizi utili, spa estetica e cura della persona.


Il servizio è in fase di sviluppo e al momento è disponibile solamente in modalità desktop, ma apre nuove opportunità e soprattutto lancia altre sfide al mondo della comunicazione e del web marketing.

mercoledì 10 febbraio 2016

Le regole per un buon Web marketing

Eccoci di nuovo con l’appuntamento “Consigli da web agency” di Click Us. Oggi parliamo di come fare bene il web marketing, perché non tutti sanno che per farlo bene servono dei requisiti specifici e non ci si può improvvisare.
Noi di Click Us vi diamo qualche dritta per conoscere davvero i passi da seguire. 

Prima di tutto, è necessario scegliere un project manager che abbia competenze specifiche e che possa darvi anche l’idea del budget da stanziare per avviare l’attività.
L’altra cosa da fare è elaborare una strategia sia a breve termine che a medio termine, così da avere ben chiari gli obiettivi che tutto il team deve seguire. Perché il web marketing si fa in squadra e non tutto deve essere risolto dal web manager. Ad accompagnare la strategia, poi, ci vuole un sito internet fatto bene, adatto al target e soprattutto coerente con il tipo di marketing che si fa, dal punto di vista contenutistico, ma anche grafico. Senza dimenticare il Ceo.
Attenzione, l’abbiamo già detto nei post precedenti, l’attività del Ceo è spesso sottovalutata, ma in realtà può essere una preziosa fonte di contatti. Badate sempre che siate visibili nel vasto mondo del web e magari aiutatevi anche con campagne marketing Pay per click.
Alcune campagne, infatti, posso offrirvi un valido supporto alle vendite, soprattutto per certi prodotti o in determinati periodi dell’anno, come il Natale. Condite il tutto con attività sui Social Media, che funziona alla grande se avete fatto già una buona campagna di web marketing. In effetti, sono due elementi che si autoalimentano a vicenda e che possono farvi crescere a dismisura, se usati bene.
Infine, non tralasciate mai il rapporto umano e cercate di incontrare faccia a faccia i vostri contatti.