“Ognuno di noi vuole affidabilità e sicurezza quando si
parla di strumenti e supporti che ci permettono di scambiare dati e
informazioni via e-mail. L’unico modo per averle è sfruttare la crittografia”.
Lo afferma Valerio Pastore, fondatore e Chief Sofware Architect di Boole
Server, primo vendor italiano di soluzioni per la protezione dei dati
sensibili, commentando la notizia riportata dal Wall Street Journal secondo cui
gli sviluppatori di app esterne a Google possono leggere i messaggi di posta
elettronica inviati con Gmail. “La richiesta del consenso al trattamento e
gestione delle e-mail non basta per tutelarne la riservatezza”, dichiara
Pastore.
“Il contenuto delle e-mail resta infatti in chiaro sia durante la
composizione che nella fase di invio e ricezione e ciò rappresenta una
vulnerabilità di cui è facile accorgersi attraverso l’utilizzo dei più popolari
servizi di posta elettronica”. Il fondatore di Boole Server spiega infatti che
“se nel testo scriviamo che allegheremo un file alla mail senza però farlo, al
momento dell’invio verremo avvertiti della mancanza dell’allegato. Il sistema
ha dunque visto e letto la nostra mail.
Un modo per impedire anche al provider
stesso di leggere il contenuto delle nostre mail è quello di cifrarne i
contenuti e renderli accessibili solo ai destinatari rigorosamente scelti
dall’utente”. “Cosi come proteggiamo i nostri beni di valore depositandoli in
banca o mettendoli al sicuro sottochiave, lo stesso dobbiamo fare con i nostri
dati sensibili”, aggiunge Pastore, che dopo la recente operazione sulle frodi
informatiche “Sim Swap” della Polizia Postale di Catania e il caso Google,
sottolinea l’importanza di essere sempre più consapevoli dei rischi connessi al
web e di informarsi e attuare le soluzioni più adatte per difendersi.
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