L’e-commerce in Italia vale 24 miliardi di euro, con
crescite medie a due cifre ogni anno negli ultimi 12 anni, ed è più che
raddoppiato negli ultimi 4 anni.
E’ quanto emerge dal report sulle vendite
online realizzato da Confcommercio. In alcuni settori come il turismo
(principalmente biglietteria, ma anche soggiorni e vacanze) gli acquisti online
hanno raggiunto incidenze significative (il 31% degli acquisti di turismo
avviene online), mentre in altri come l’alimentare, per difficoltà logistiche,
di mantenimento della catena del freddo e per la grande frammentazione a
livello di produzione, l’online è ancora marginale, pur presentando tassi di
crescita molto elevati.
La grande rivoluzione, per le dimensioni del settore e
per le caratteristiche del prodotto, che necessita più di altri di un contatto
fisico, sta avvenendo nell’abbigliamento (2,5 miliardi di acquisti online con
una incidenza del 7%), e dimostra, qualora ce ne fosse ancora bisogno, che
nessun settore sarà esente dall’impatto dell’e-commerce. Analizzando il profilo
degli acquirenti online si scopre che non si tratta solo di giovanissimi (che
restano i maggiori utilizzatori di internet in generale), perché è necessario
guadagnare un certo reddito da spendere per essere un heavy spender
(altospendente), anche online.
I numeri degli acquirenti per fascia d’età e,
soprattutto, le penetrazioni sul totale della popolazione italiana, indicano la
pervasività del fenomeno, certamente più radicato tra i consumatori tra i 25 e
i 55 anni, ma decisamente non marginale anche tra gli over 65 e, per le
dinamiche demografiche, destinato a crescere anche nelle fasce d’età più
elevate, mano a mano che gli attuali grandi utilizzatori invecchieranno.
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