venerdì 27 giugno 2014

Istat-Cnel: un italiano su due naviga sul web

Quello che emerge dall’ultimo rapporto Istat sul benessere equo e sostenibile, sottolinea come la percentuale di fruitori del servizio internet nel Bel Paese sia in costante aumento, pur non raggiungendo le medie europee.



Nel 2013 più di un italiano su due, esattamente il 56%, ha usato internet, il che significa un 3,4% in più rispetto l’anno precedente, e fra i nuovi utilizzatori aumenta il numero degli anziani fino ai 76 anni.
Le differenze all’interno del paese, però, si fanno ancora notare: mentre si riduce il divario tra Nord e Centro Italia, resta quasi invariato quello tra Nord (60,7%) e Sud (47,1%). 

Il problema rimane sempre e comunque la copertura, infatti anche a questo motivo sono dovute molte differenze nell’uso di Internet tra grandi e piccoli comuni, in quanto la rete non raggiunge tutti i piccoli centri abitati.
Invece si riducono le differenze generazionali, in particolare tra i giovani di 16-24 anni e gli adulti tra i 55-64 anni: i primi usano Internet almeno una volta a settimana nell’80% dei casi, nei secondi la percentuale scende al 40%. Tuttavia, tra il 2012 e il 2013 è proprio nella fascia d’età 55-64 anni che si sono registrati gli incrementi maggiori, oltre il 5%. 
Aumentano inoltre di quasi il 6% gli utenti di 35-44 anni che usano Internet, dal 62% del 2012 siamo passati al 67,8% del 2013. Si riduce anche il divario tra uomini e donne: dal 10,7% del 2012 al 9,1% del 2013. Una forbice che non riguarda i giovani di 16-24 anni, fra i quali non ci sono differenze di genere nell’uso di Internet. 

Sul fronte dell’hi-tech in generale, i dati Istat indicano che l’occupazione in questo campo tiene, con il 3,3% degli occupati, ma non aumenta: un dato che colloca l’Italia al di sotto della media Ue. Negativo anche il dato relativo ai lavoratori della conoscenza, ossia le persone con istruzione universitaria occupate nella ricerca e nella tecnologia: dal 14,1% del 2012 il loro numero è sceso all’11,1% del 2013. 
Si sono ridotte anche le domande di brevetto, con un calo del 6,1% nel 2013 rispetto al 2010. Leggero aumento, infine, degli investimenti in ricerca in termini nominali, ma una riduzione dello 0,4% in termini reali.  

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