Nel mese della sicurezza informatica, il blog di Cisco
fornisce consigli e suggerimenti per le aziende in report esclusivi. Uno studio
di Cisco rivela le Cinque tipologie di campagne di hacking attualmente
utilizzate tra i criminali informatici mettono a repentaglio la sicurezza di
aziende ed utenti. Per conoscere le loro caratteristiche, i rischi ad esse
correlati e come difendersi, Cisco – nell’ambito di una serie di contenuti e
iniziative realizzati per lo European Cyber Security Month – le ha analizzate
in un post a firma di Hazel Burton.
La prima di queste minacce è il phishing,
una tecnica utilizzata dai criminali informatici che invita la vittima a
fornire informazioni preziose come dati personali, dettagli bancari o password.
Vengono utilizzate email, telefono o messaggi di testo per contattare la
vittima, mentre il criminale finge di essere qualcuno degno di fiducia. I casi
di phishing continuano ad aumentare in tutto il mondo e per le aziende è
considerato un problema significativo. Secondo un recente sondaggio in cui sono
stati intervistati numerosi decision maker di imprese britanniche, quasi il 60%
ha affermato di considerare le e-mail con tentativo di phishing la più grande
minaccia informatica per le proprie attività.
Cisco consiglia alle aziende di
valutare l’ipotesi di investire in programmi educativi per i dipendenti, e a
quest’ultimi di passare il mouse sui collegamenti prima di fare click su di
essi e assicurarsi che il link sia affidabile.
Il cosiddetto Email spoofing è
invece una tecnica di attacco informatico che consiste nella creazione di mail
con indirizzo del mittente contraffatto. Questo fa sì che il messaggio sembri
provenire da qualcuno che si conosce, o comunque non dalla sorgente effettiva. Questa truffa è molto semplice in quanto non richiede accesso al sistema della
vittima, eliminando la necessità di hackerare i firewall o di scoprire le
password. In questo caso il consiglio di Cisco è quello di controllare ogni
singolo errore di ortografia che potrebbe comparire nell’indirizzo del
mittente, filtrare i messaggi e verificare telefonicamente l’identità dei
soggetti.
Un attacco ransomware cripta i dati di una vittima alla quale viene
chiesto di pagare un riscatto. Tipicamente, il cyber criminale richiede il
pagamento in criptovaluta con la promessa (spesso non mantenuta) di renderli
disponibili di nuovo successivamente. L’80% degli attacchi ransomware arriva
via e-mail, ma si assiste ad un incremento dei worm di rete che sfruttano
ransomware. Oltre a non pagare mai il riscatto (anche perché non si hanno
garanzie che i dati verranno restituiti), Cisco consiglia di applicare patch a
software (comunemente sfruttati) di terze parti, aggiornare sempre il proprio
browser, nonché verificare che non ci siano falle di sicurezza nella rete,
limitando quindi le risorse a cui il criminale può provare ad accedere. Un modo
invece per prevenire le conseguenze di un attacco ransomware è quello di
eseguire frequenti backup.
Ci sono poi le offensive contro la supply chain.
Questi attacchi sono una minaccia persistente, avanzata ed emergente. In questo
caso è importante confrontarsi con i propri vendor/partner per conoscere come
si proteggono. Altri pericoli si corrono quando si esce dal perimetro del
firewall aziendale, accedendo – con un dispositivo mobile – ad un altro Wi-fi.
In tal caso è sempre meglio verificare che ci sia almeno una password. Una
connessione VPN aiuta, ma se la maggior parte dei dipendenti utilizza i servizi
cloud per svolgere il proprio lavoro, si dovrebbe considerare un Secure
Internet Gateway per bloccare le minacce a livello Dns.
In aggiunta, oltre a
verificare che i siti web consultati siano il più possibile sicuri, è
indispensabile mantenere aggiornato il software. Sarebbe opportuno anche
limitare la condivisione o il collegamento automatici con alcuni servizi –
spesso attivi in caso di connessione a rete Wi-fi – nonché sorvegliare sempre i
propri device e disconnettersi alla fine di ogni utilizzo.
(Fonte: Cyber
Affairs)
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