martedì 10 luglio 2018

Caso Gmail, la crittografia per mail sicure

“Ognuno di noi vuole affidabilità e sicurezza quando si parla di strumenti e supporti che ci permettono di scambiare dati e informazioni via e-mail. L’unico modo per averle è sfruttare la crittografia”. 

Lo afferma Valerio Pastore, fondatore e Chief Sofware Architect di Boole Server, primo vendor italiano di soluzioni per la protezione dei dati sensibili, commentando la notizia riportata dal Wall Street Journal secondo cui gli sviluppatori di app esterne a Google possono leggere i messaggi di posta elettronica inviati con Gmail. “La richiesta del consenso al trattamento e gestione delle e-mail non basta per tutelarne la riservatezza”, dichiara Pastore. 

“Il contenuto delle e-mail resta infatti in chiaro sia durante la composizione che nella fase di invio e ricezione e ciò rappresenta una vulnerabilità di cui è facile accorgersi attraverso l’utilizzo dei più popolari servizi di posta elettronica”. Il fondatore di Boole Server spiega infatti che “se nel testo scriviamo che allegheremo un file alla mail senza però farlo, al momento dell’invio verremo avvertiti della mancanza dell’allegato. Il sistema ha dunque visto e letto la nostra mail. 

Un modo per impedire anche al provider stesso di leggere il contenuto delle nostre mail è quello di cifrarne i contenuti e renderli accessibili solo ai destinatari rigorosamente scelti dall’utente”. “Cosi come proteggiamo i nostri beni di valore depositandoli in banca o mettendoli al sicuro sottochiave, lo stesso dobbiamo fare con i nostri dati sensibili”, aggiunge Pastore, che dopo la recente operazione sulle frodi informatiche “Sim Swap” della Polizia Postale di Catania e il caso Google, sottolinea l’importanza di essere sempre più consapevoli dei rischi connessi al web e di informarsi e attuare le soluzioni più adatte per difendersi.